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Vestite allo stesso modo, pantaloni da ciclista neri, giubbino rosso e casco bianco e rosso, circa 500 monache tibetane sono partite da Kathmandu, Nepal, con destinazione Leh, India settentrionale.
Hanno affrontato un percorso di circa 4.000 chilometri in mountain bike per sensibilizzare sui principi della parità di genere e denunciare lo sfruttamento di donne e bambini in molte parti dell’Asia.

Sono state tra i primi soccorritori dopo il doppio terremoto che ha colpito duramente il Nepal nell’aprile e maggio del 2015 e, durante le attività di aiuto alla popolazione, hanno potuto constatare come molte donne e bambini, all’interno di nuclei familiari decimati dal sisma, fossero preda di trafficanti di esseri umani. Non era infrequente che alcune famiglie, prive di qualsiasi fonte di reddito, vendessero le proprie figlie non potendo mantenerle, pratica diffusa anche prima del terremoto. A ciò va aggiunto che il governo nepalese ha dichiarato che circa 40.000 bambini sono rimasti senza genitori.

Le religiose provengono dal Bhutan, dal Nepal, dal Tibet, non è il primo viaggio di questo genere che intraprendono, sono già al quarto, e appartengono tutte al lignaggio Drukpa – da drago – che incentiva lo sviluppo individuale femminile al di fuori del ruolo tradizionalmente assegnato alle religiose di cura e pulizia.
Uno degli strumenti utilizzati dall’ordine è la disciplina fisica e la pratica delle arti marziali: un motore di consapevolezza e di uguaglianza, visto con una certa diffidenza dall’ortodossia del buddismo tibetano.

Il percorso in bicicletta si fonda sul principio del riconoscimento della forza fisica, oltre che interiore, di cui sono dotate le donne e, tappa dopo tappa, rappresenta un momento di incontro con le comunità e di sensibilizzazione su temi cruciali, incluso il rispetto per l’ambiente.

Una lunga marcia in bicicletta che non mira a un traguardo immediato o visibile, coppe o premi: è un tassello di percorsi femminili analoghi, fatti di resistenza fisica, pensiero, ingegno, perseveranza in molte altre parti del mondo, il cui denominatore comune è la forza. La forza delle donne.

(Paola Giannelli) ®Riproduzione riservata