Era bella Lona la magiara, i capelli del colore del fuoco e le gambe lunghe da togliere il fiato.

Fin da adolescente, si era sentita attratta dal sesso e aveva iniziato a usare la sua bellezza per irretire gli uomini. Quando il desiderio si era fatto dolorosa ossessione, si era avvicinata al mondo della pornografia: Budapest – la città dove era nata, mecca europea del cinema hard – l’aveva accolta a braccia aperte.

Il film del debutto l’aveva vista nei panni di una cortigiana viziata e viziosa, e la prima scena del film – una cavalcata nella campagna ungherese, nuda e in groppa a un cavallo bianco – le era valsa una nomination ai World Porn Awards; il suo talento venne immediatamente riconosciuto a livello internazionale e i registi più famosi del cinema hard, fecero a gara per averla a recitare nelle loro produzioni.

Per risolvere il problema di quell’altezza esagerata, che metteva in imbarazzo i partner maschili, sempre più bassi di lei, iniziarono a farla recitare in ginocchio o prona e, nel mondo intero, nessuno seppe eguagliare le sue sfacciate performance: La cavallona, In ginocchio da te, Pierina pecorina e tanti altri titoli le valsero premi su premi e riconoscimenti a livello internazionale.

Al culmine del successo – siccome anche la voce non le mancava – rappresentò l’Ungheria all’Eurofestival dove, per non venire meno al proprio personaggio, cantò in ginocchio e uscì di scena alla pecorina: il popolo dell’Europa trash, molto sensibile ai fenomeni da baraccone, la fece vincere a mani basse e il suo trionfo fu planetario, ancora più grande di quello di Conchita Wurst, la donna barbuta austriaca.

Fu durante la sua tournee internazionale che incappo – nella sua tappa italiana – in una nota ex porno soft attrice che, già passata per quella strada, la invitò a cena e le raccontò la propria conversione e il suo cambio di carriera, ormai interamente votata alla Madonna: la settimana successiva le due fanciulle furono immortalate, di nero vestite e in ginocchio, in quel di Medjugorje e, senza neanche doverlo dire, anche quel giorno apparve la Madre Regina. Lona fu folgorata dal divino e abbandonò una carriera al proprio apice per dedicarsi ai poveri e ai semplici.

Cura oggi e cura domani, conobbe e convogliò a nozze con un ricco possidente calabrese in odore di ‘ndrangheta e grande proprietario terriero che, prega un rosario oggi e chiedi una prece domani, venne a mancare qualche tempo dopo, lasciandole in eredità l’immenso patrimonio.

All’anno di vedovanza, seguirono quelli del pubblico pentimento – con partecipazioni a reality show tra i più squallidi che la televisione potesse offrire – per finire a portare avanti un’acclamata e onorata carriera nei salotti di opinionismo dei pomeriggi popolari, appannaggio delle Barbare e delle Marie: con in cambio il gran premio della redenzione che, nel bel paese della mafia e della religione, conta sempre il pensiero di una grande conversione.

(Stefano Simonini) © riproduzione riservata